Back2Future Inviato 30 Giugno 2015 Segnala Inviato 30 Giugno 2015 Cesare nasce nella prima metà dei mitici anni ’60 (“Eravamo io, Fidel, Cumpay Segundo, Paco Pegna, Teofilo Stevenson, Takeshi Kitano, Gian Battista Baronchelli, Tashenko, John Paice Muller, Herbert Blanck, Eugenio Bersellini, Il Brasiliano Del Genoa Eloi, Maurizio De Zolt, Silvano Ramaccioni, Giuseppe Pontigia, Maria Laura Baccarini, Tatti Sanguinetti, Rossana Podestà, Enzo Cerusico, I Clash, Grag Lucanis, Massimo Briaschi, I Profeti, William Hanna & Joseph Barbera.“). Da subito la sua curiosità si manifesta nelle attività di smontaggio e mai rimontaggio dei giocattoli che l’azienda di famiglia vende sotto casa. Per qualche imprecisata ragione, all’età di quindici anni, inizia ad interessarsi delle vicende americane. Ne viene talmente assorbito che prende il nickname di “AmericaCube” (America Al Cubo, ma la dizione corretta inglese sarebbe “AmericaCubed”), sentito e captato male al volo durante una delle trasmissioni delle gare di America Cup alle quali partecipa la barca italiana “Il Moro di Venezia“. Si diploma Perito in Elettronica Industriale presso l’istituto “G. Omar” di Novara nell’anno 1982. Grazie ad un amico che gli fa conoscere i primi personal computer capisce quale sarà una delle passioni della sua vita: l’informatica. Compra uno dei primi AppleCompatibili italiani, il Lemon ][, ed inizia a programmare in AppleSoft Basic. La naturale evouzione del mondo informatico lo porta ad arrivare al PC IBM. Grazie a questa passione inizia a raggranellare i primi soldi sviluppando software per alcune aziende milanesi. In una di queste aziende viene “infilato”, per mancanza di numero legale, in un corso di formazione sulle tecniche di comunicazione (no, non quelle informatiche). E’ amore a prima vista: da quel momento, per circa dieci anni, Cesare eroga corsi di formazione informatica per tutto il territorio italiano. La PNL e le tecniche di comunicazione per lui non hanno più segreti. Viene assunto alla fine del secolo scorso (sic!) come formatore e consulente in una nota azienda ligure (ora romana) del mercato dell’informatica. Durante un pomeriggio di progettazione di un corso di formazione ascolta alla radio l’intervista ad un esperto di vino, che dichiara: “Pensate che con lo stesso vitigno, a pochi chilometri di distanza, si possono ottenere vini completamente diversi…” La naturale curiosità di Cesare non può far passare inascoltata la dichiarazione: si documenta sull’argomento e si iscrive ad un corso per sommelier. Da qui nasce un’altra passione: l’enogastronomia. Il lavoro lo porta spesso e volentieri a cenare fuori, e quindi Cesare inizia a scrivere le recensioni dei ristoranti che frequenta. Attualmente lavora in una grande azienda americana leader nel mercato del software (no, non quella… l’altra!): e la curiosità continua ad essere il motore della sua vita. Vive insieme alla sua compagna, con tre Mac (AGGIORNAMENTO: ora sono quattro, ed i PC sono spariti), due PC ed una gatta di nome Yorgho. Recentemente ha dichiarato: “Siamo rimasti proprio quattro gatti curiosi: siamo io, Fidel, Paco Pegna, Soto Major, Paolo Morelli, Giulio Velasco, Paola & Chiara, Valeri Popov, Marco Taradash, Pietre Ugrumov, Giulio Nuciari, Uri Keller, Stella Carnicina, Gianni Bugno, Arco Nada, Viggo Mortensen, Ciccio Desideri, Philip Sgras, Francesco Benigno, Donald Saterland, L’arbitro Tombolini, Il Banco Del Mutuo Soccorso, Giorgio Agi, Federica Moro, Giuliano Terraneo, I Led Zeppelin ed Ettore Pio, il pediatra dei nipoti di Mario e Pippo Santanastaso“ La curiosità è una delle caratteristiche più certe e sicure di un intelletto attivo. La maggior parte delle volte mi capita di notare qualcosa che la maggior parte delle persone, per fretta o per distrazione, non vede neanche. E quando lo racconto agli amici scatta sicuramente una discussione sull’argomento: da qui l’illusione che ciò che mi balza agli occhi possa interessare molte più persone della mia cerchia di amici. “Io non ho talenti straordinari. Sono solo appassionatamente curioso” (A. Einstein) CURIOSITÁ: Voglia di accrescere il proprio sapere o la propria esperienza; piacere del conoscere indiscrezioni o bizzarrìe – e per estensione, indiscrezione e bizzarrìa dal latino: [cura] La tensione più fertile nell’universo dell’umanità prende il nome da una sollecitudine, da un progetto, – da una cura, insomma – che nasce da un presente senso della vita, di una vita vissuta coltivando, orizzonte negli occhi, un qualcosa con la Q maiuscola – spesso impronunciabile ma che, solo, ci dà senso. La curiosità è l’attitudine a realizzare che dietro all’esperienza, per quanto faticosa, sta la saggezza serena, oltre l’informazione, per quanto fredda, sta il calore della conoscenza – così come dietro alla cura di ogni progetto traspare l’amore. È una parola che va strappata al gossip e ai “sapevate che…?”, poiché è il più genuino appiglio per poter cambiare davvero la vita – e mai inflazionare qualcosa di così prezioso. Essa presidia, curiosa, il senso della crescita e del cambiamento, e in lei stanno i significati del “Un’occhiata ai libri, due alla vita” di Goethe, e dello “Stay hungry, stay foolish” di Jobs 1
wwleone Inviato 30 Giugno 2015 Segnala Inviato 30 Giugno 2015 Benvenuto a te (complimenti per la presentazione) & alla tua CM :post-8-1120395247:
GattoDelleNevi Inviato 30 Giugno 2015 Segnala Inviato 30 Giugno 2015 Benvenuto! Bravo, una bellissima descrizione
Ingegnere Inviato 1 Luglio 2015 Segnala Inviato 1 Luglio 2015 Cesare nasce nella prima metà dei mitici anni ’60 (“Eravamo io, Fidel, Cumpay Segundo, Paco Pegna, Teofilo Stevenson, Takeshi Kitano, Gian Battista Baronchelli, Tashenko, John Paice Muller, Herbert Blanck, Eugenio Bersellini, Il Brasiliano Del Genoa Eloi, Maurizio De Zolt, Silvano Ramaccioni, Giuseppe Pontigia, Maria Laura Baccarini, Tatti Sanguinetti, Rossana Podestà, Enzo Cerusico, I Clash, Grag Lucanis, Massimo Briaschi, I Profeti, William Hanna & Joseph Barbera.“). Da subito la sua curiosità si manifesta nelle attività di smontaggio e mai rimontaggio dei giocattoli che l’azienda di famiglia vende sotto casa. Per qualche imprecisata ragione, all’età di quindici anni, inizia ad interessarsi delle vicende americane. Ne viene talmente assorbito che prende il nickname di “AmericaCube” (America Al Cubo, ma la dizione corretta inglese sarebbe “AmericaCubed”), sentito e captato male al volo durante una delle trasmissioni delle gare di America Cup alle quali partecipa la barca italiana “Il Moro di Venezia“. Si diploma Perito in Elettronica Industriale presso l’istituto “G. Omar” di Novara nell’anno 1982. Grazie ad un amico che gli fa conoscere i primi personal computer capisce quale sarà una delle passioni della sua vita: l’informatica. Compra uno dei primi AppleCompatibili italiani, il Lemon ][, ed inizia a programmare in AppleSoft Basic. La naturale evouzione del mondo informatico lo porta ad arrivare al PC IBM. Grazie a questa passione inizia a raggranellare i primi soldi sviluppando software per alcune aziende milanesi. In una di queste aziende viene “infilato”, per mancanza di numero legale, in un corso di formazione sulle tecniche di comunicazione (no, non quelle informatiche). E’ amore a prima vista: da quel momento, per circa dieci anni, Cesare eroga corsi di formazione informatica per tutto il territorio italiano. La PNL e le tecniche di comunicazione per lui non hanno più segreti. Viene assunto alla fine del secolo scorso (sic!) come formatore e consulente in una nota azienda ligure (ora romana) del mercato dell’informatica. Durante un pomeriggio di progettazione di un corso di formazione ascolta alla radio l’intervista ad un esperto di vino, che dichiara: “Pensate che con lo stesso vitigno, a pochi chilometri di distanza, si possono ottenere vini completamente diversi…” La naturale curiosità di Cesare non può far passare inascoltata la dichiarazione: si documenta sull’argomento e si iscrive ad un corso per sommelier. Da qui nasce un’altra passione: l’enogastronomia. Il lavoro lo porta spesso e volentieri a cenare fuori, e quindi Cesare inizia a scrivere le recensioni dei ristoranti che frequenta. Attualmente lavora in una grande azienda americana leader nel mercato del software (no, non quella… l’altra!): e la curiosità continua ad essere il motore della sua vita. Vive insieme alla sua compagna, con tre Mac (AGGIORNAMENTO: ora sono quattro, ed i PC sono spariti), due PC ed una gatta di nome Yorgho. Recentemente ha dichiarato: “Siamo rimasti proprio quattro gatti curiosi: siamo io, Fidel, Paco Pegna, Soto Major, Paolo Morelli, Giulio Velasco, Paola & Chiara, Valeri Popov, Marco Taradash, Pietre Ugrumov, Giulio Nuciari, Uri Keller, Stella Carnicina, Gianni Bugno, Arco Nada, Viggo Mortensen, Ciccio Desideri, Philip Sgras, Francesco Benigno, Donald Saterland, L’arbitro Tombolini, Il Banco Del Mutuo Soccorso, Giorgio Agi, Federica Moro, Giuliano Terraneo, I Led Zeppelin ed Ettore Pio, il pediatra dei nipoti di Mario e Pippo Santanastaso“ La curiosità è una delle caratteristiche più certe e sicure di un intelletto attivo. La maggior parte delle volte mi capita di notare qualcosa che la maggior parte delle persone, per fretta o per distrazione, non vede neanche. E quando lo racconto agli amici scatta sicuramente una discussione sull’argomento: da qui l’illusione che ciò che mi balza agli occhi possa interessare molte più persone della mia cerchia di amici. “Io non ho talenti straordinari. Sono solo appassionatamente curioso” (A. Einstein) CURIOSITÁ: Voglia di accrescere il proprio sapere o la propria esperienza; piacere del conoscere indiscrezioni o bizzarrìe – e per estensione, indiscrezione e bizzarrìa dal latino: [cura] La tensione più fertile nell’universo dell’umanità prende il nome da una sollecitudine, da un progetto, – da una cura, insomma – che nasce da un presente senso della vita, di una vita vissuta coltivando, orizzonte negli occhi, un qualcosa con la Q maiuscola – spesso impronunciabile ma che, solo, ci dà senso. La curiosità è l’attitudine a realizzare che dietro all’esperienza, per quanto faticosa, sta la saggezza serena, oltre l’informazione, per quanto fredda, sta il calore della conoscenza – così come dietro alla cura di ogni progetto traspare l’amore. È una parola che va strappata al gossip e ai “sapevate che…?”, poiché è il più genuino appiglio per poter cambiare davvero la vita – e mai inflazionare qualcosa di così prezioso. Essa presidia, curiosa, il senso della crescita e del cambiamento, e in lei stanno i significati del “Un’occhiata ai libri, due alla vita” di Goethe, e dello “Stay hungry, stay foolish” di Jobs
Back2Future Inviato 7 Luglio 2015 Autore Segnala Inviato 7 Luglio 2015 Grazie a tutti per il benvenuto!
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