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Mini presenterà al salone di Detroit la Beachcomber, selvaggio prototipo in bilico fra passato e futuro. Fra tradizione ed innovazione, da buona Mini qual è. L’assenza delle porte e la presenza di una capottina amovibile (in materiali rigidi o in tela ) chiamano alla memoria la Moke, di cui si pone come riedizione aggiornata e contestualizzata nell’epoca SUV; il corpo vettura, invece, anticipa con dovizia di particolari il design del futuro Countryman, quarto modello in gamma atteso al prossimo salone di Ginevra.

La Mini Beachcomber adotta la nuova trazione integrale ALL4 – non viene purtroppo rilasciato alcun dettaglio relativo al suo funzionamento –, che verrà introdotta in serie proprio dal crossover. Nell’abitacolo da quattro posti trova posto il Centre Rail, una sorta di binario con funzione di portaoggetti e sostegno per dispostivi multimediali, esteso dalla consolle centrale fino ai sedili posteriori.

Le ricerca quasi ossessiva di spazio e soluzioni di stivaggio viene estesa al corpo vettura, dove il porta ruota di scorta si rivela in realtà un vano aggiuntivo.

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se la countryman è come questa con in + le porte la prendo di corsa!

Ospite MINIDD
Inviato

...cazzaruola, mi hai anticipato! :D

Dai, non mi pare male, questo concept!

Ospite MaTtIMiNI
Inviato

Veramente particolare....non nel mio genere però...diciamo una vettura molto da casa al mare...

Inviato

c'è dell'altro:

Emergono nuovi dettagli in merito alla Mini Beachcomber Concept, il prototipo che sarà presentato al prossimo salone di Detroit. Ispirata alla originaria Mini Moke e chiara anticipazione della futura Countryman 4×4, la Beachcomber monta il motore 1.6 turbo benzina da 174 Cv comune alla Mini Cooper S ed un sistema di trazione integrale denominato ALL4.

La vettura è lunga 4,07 metri, 135 mm in più rispetto alla Clubman, dalla quale si distingue anche per un passo allungato di 59 mm. Il responsabile del design Mini Gert Hildebrand la definisce, in una intervista di Autocar, una sorta di “raccolta di idee” a cui attingere per i futuri modelli, esplorando soluzioni inedite più o meno fantasiose: una maggiore vocazione fuoristradistica, una grande attenzione al divertimento puro. In caso di intemperie sono state realizzate delle coperture in tessuto con parti trasparenti in plastica che sostituiscono portiere e tetto mancanti, proprio come nella Moke originale, consentendo però quando possibile di tenere i 4 occupanti al centro dell’azione nello spazio aperto. Hildebrand ha sottolineato che alcune delle caratterizzazioni estetiche, come la mascherina, che richiamano ai modelli Mini del passato, saranno presenti anche sui modelli di serie, per non perdere il DNA del modello originale presentato nel 1959.

Una scelta del genere, nonostante le dichiarazioni della casa circa i rinforzi operati al telaio, difficilmente potrà giungere intatta alla produzione di serie, quindi è possibile che una futura Beachcomber di serie sia costretta a rinunciare al suo aspetto attuale, in favore di un semplice tetto panoramico in tessuto e, magari, una maggiore caratterizzazione da mini-Suv. Proprio al fuoristrada si ispirano accessori come le protezioni della scocca, i passaruota maggiorati con pneumatici da 17″ specifici per l’offroad, le sospensioni con corsa maggiorata e gli angoli d’attacco, favoriti dai ridotti sbalzi anteriori e posteriori. Da notare l’apertura laterale del portellone posteriore, in questo caso dotato di un contenitore che simula la presenza di una ruota di scorta: usando pneumatici run-flat, in contenitore diventa un ulteriore porta oggetti, magari per attrezzature sporche o bagnate utilizzate in attività sportive.

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