Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 03/09/2024 in tutte le aree

  1. Buongiorno, sono rimasto senza le posteriori a circa 22000km, ho deciso di cambiale tutte. Ora che si sono assestate per bene si sente molto la differenza rispetto alle originali, hanno un grip diverso non c'è più bisogno di premere tanto sul pedale, però non sono ancora riuscito a provarle in montagna. Allego le foto con i codici delle EBC per F56 Cooper S, e il link del sito dove le ho acquistate 220€ tutte spedite. https://www.performancequipment.it/index.php Ho allegato anche la foto delle posteriori con il tappo in sughero di una bottiglia, giusto per far capire quanto siano piccole le pastiglie posteriori...
    2 punti
  2. Ultimamente è possibile attivare il CarPlay tramite un codice fsc anche sulle centraline (Entryevo e Entrynav 2) installate sulle MINI prodotte dopo il 03/2018 al di là della presenza del navigatore o meno, unica condizione richiesta è che abbiano l'attacco per l'antenna wi-fi; senza questa il CarPlay non può funzionare. Per capire se la centralina è predisposta o dotata di antenna wi-fi si può fare in due modi: smontare il display e vedere fisicamente se c'è; vedere la versione hardware della centralina (versione HWEL del file) tramite opportuni programmi quali e-sys, Bimmerutility, tool32, Ista ecc. Fatto ciò va acquistato il codice fsc di attivazione specifico per il numero di telaio della MINI. Altra cosa importante, il CarPlay in genere rimane funzionante anche se si esegue un aggiornamento del software di sistema e comunque per qualsiasi motivo dovesse andar via, può essere riattivato immediatamente tramite un piccolo programmino fornito con il codice stesso. Ho già fatto lavori del genere e finora nessun problema, tutti sono rimasti soddisfatti.
    1 punto
  3. Il kit jcw (definito anche step1) comprende solo mappa, airbox e scarico. Le jcw factory (step2) invece sono un'altra cosa. Oltre a un motore "diverso" hanno anche scarico specifico e freni brembo. Attenzione che le step1 sono piuttosto rare e molti le spacciano per tali anche se non lo sono. Idem per le step2, capita che qualcuno spacci cooper s kittate per quelle.
    1 punto
  4. Sono solo sincero: forse troppo? Buon pomeriggio
    1 punto
  5. Ciao Vam di sicuro se non mi fossi rivolto all'officina autorizzata sarei andato in un centro specializzato in cambi automatici. per le altre manutenzioni ordinarie mi rivolgerò al meccanico di fiducia, sempre esperto e non uno alle prime armi.
    1 punto
  6. trovato questo che si riferisce a BMW ma credo che il concetto sia lo stesso! mi conforta che il lavoro si fa da sotto e non da sopra! ho visto i video dello smontaggio del condizionatore e credo che rifare la testa sia più facile! https://f48.bimmerpost.com/forums/showthread.php?t=2036706 Ciao Marco
    1 punto
  7. Il 1.6 184cv è un base Peugeot rivisto da BMW mentre il 2.0 è completamente BMW.
    1 punto
  8. Buongiornoooooo
    1 punto
  9. Ok che la R56 ha tutti i difetti a questo mondo,purtroppo. ma @wwleone quando ti metti al volante e la guidi. che gioia ti da?! ha una guida,passatemi il termine,INGNORANTISSIMA. quella che ti stampa il sorriso sulla faccia da quando inizi a dar gas a quando non la spegni e scendi. Sensazione che purtroppo la sorella F purtroppo non ti da’ e tu potrai confermare questa mia sensazione. Correggetemi se sbaglio.
    1 punto
  10. Il mondo è piccolo Grazie per i complimenti
    1 punto
  11. @Vam io la conosco benissimo la tua . Scrivevo qui già nel 2007-2008 ero iscritto col nome jcwGP (avevo la GP all’epoca) e la tua mi è sempre piaciuta ma te lo scrivevo già ai tempi
    1 punto
  12. Si, penso arrivi giovedì @Vam sono proprio contento di questa macchina , la MINI è sempre la MINI
    1 punto
  13. Ciao Davide grazie
    1 punto
  14. al momento per i prossimi mesi non è in programma nessun raduno, stiamo però organizzando una cena per i prossimi mesi. L'iscrizione al Club ha validità dell'anno solare ovvero fino al 31 Dicembre, quindi se ti iscrivi ora cmq l'iscrizione vale fino al 31 Dicembre 2024
    1 punto
  15. Piccolo regalo di oggi ..Mi manca il cappuccio della chiave che non è arrivato
    1 punto
  16. Ciao e benvenuto da parte dello Staff del Megamini.
    1 punto
  17. Ciao Ragazzi , Angelo @Angelo1970era una battuta dai ,se a te va bene avrai certo ponderato la scelta l'importante che sia contento te . Davide @felix_max.davide interessante quello che hai scritto , effettivamente il progresso ci ha facilitato molto la vita in tutto , come scrivi bene tu , pero' sai che io è sottolineo io rimpiango quel periodo che non ho vissuto ,ma sentendo parlare con chi c'era mi sembra migliore del nostro , sai a volte bisogna provare personalmente magari dopo 5 minuti , vorremmo tornare indietro subito . Probabilmente sarebbe cosi'. Buonanotte Amici
    1 punto
  18. La MINI Italian job è stata un' edizione speciale della MINI prodotta nel 1992. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 1275cc da 50 cv. Colorazioni disponibili: Flame Red (COF - BLVC818), Metallic British Racing Green (HAM - BLVC1216), Diamond White (NMN - BLVC655), Electric Blue (NMN - BLVC997) Sedili in pelle in stoffa nera con piping rosso Kit decalcomanie bonnet stripes nere sul cofano con bordo a contrasto e grafiche Italian job. Pneumatici 145/70R12 Pirelli Cinturato CN54 con cerchi in lega bianchi Volante a 3 razze con logo Italian job ( bandiera italiana) Griglia bianca paraurti neri, vetri posteriori apribili a compasso 2 fanalini rally 1000 esemplari per UK e 750 esemplari per il mercato italiano
    1 punto
  19. La MINI Cooper Rally Montecarlo è stata un edizione limitata della MINI classica prodotta nel 1994. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 1275 da 63 cv catalizzato ad iniezione elettronica Colorazione rossa Tappezzeria bicolore rossa e bianca con sedili sportivi kit decalcomanie esterne commemorative, con bonnet stripes bianche Pneumatici da 12 pollici con cerchi in lega neri con canale silver Volante a 3 razze nere con corona rossa e sticker "montecarlo"
    1 punto
  20. Quando il comico inglese si inventò un personaggio capace di appassionare grandi e piccini in tutto il mondo non ebbe alcun dubbio nello scegliere la sua compagna di viaggio: La MINI! Uno degli stereotipi più diffusi sul regno unito è che la gente che lo abita sia o troppo formale, conformista o praticamente fuori di testa, disposta a fare qualsiasi stranezza pur di farsi notare! Parte del fascino di questo strano signore, una specie di bambino troppo grande che dice al massimo due parole, è legato ai suoi inseparabili compagni di avventure: Teddy, un orsacchiotto che ha visto giorni migliori e un’auto capace di incarnare perfettamente la sua assoluta banalità ed allo stesso tempo la sua incredibile universalità. Questa è la storia di come un ingegnere elettronico con la passione del teatro e delle auto riuscì a rendere una normalissima utilitaria una delle auto più famose della storia della TV. Perché proprio una MINI? La MINI stava vivendo il periodo più buio della sua lunga e gloriosa storia, alla fine degli anni ‘80 sembrava solo un simbolo appannato del passato, disperatamente surclassata da modelli più moderni e in grado di rispondere meglio alle esigenze di un mercato parecchio più esigente. A chi gli consigliava di usare un modello più nuovo, una Ford Fiesta o magari una Vauxhall Corsa, entrambe molto popolari a Londra e dintorni, Rowan Atkinson oppose un netto no. Il suo scopo era chiaro: per far funzionare meglio le gag più strampalate, la gente doveva sviluppare un affetto per quella scatoletta con quattro ruote, fare il tifo per lei. Per quanto più moderne, le utilitarie degli anni ‘80 appaiono quasi antiche oggi. La MINI no, lei è rimasta lì, fermamente bloccata nell' immaginario collettivo come la 500, il Maggiolino o la 2CV. Molti non se ne sono accorti ma nel corso delle cinque stagioni di questa serie, cambia diverse volte la macchina. Per la precisione, durante la produzione della serie e dei vari film sono state usate sei MINI diverse, cambiate sia per ragioni sceniche che per le conseguenze delle battaglie con le rivali come la famigerata Reliant Robin a tre ruote e il carro armato Chieftain. In pochi si ricordano che nella puntata pilota, andata in onda il 1 gennaio del 1990, Mister Bean guidava una MINI non verde ma arancione, una MkII prodotta dalla BMC nel 1969, targata RNT 996H. Il destino di questa prima compagna di viaggio nella serie è infelice, visto che alla fine della puntata pilota subisce un grave incidente. Non sarà la prima né l’ultima MINI a subire le conseguenze dell' ingenuità di Bean. Quando si trattò di rimpiazzarla, i produttori della serie scelsero un modello più moderno, una MINI 1000 del 1977 della British Leyland. Per il colore Atkinson volle qualcosa di altrettanto vistoso, un filino pacchiano, come succede spesso oltremanica, unico paese dove auto dai colori squillanti sono considerate attraenti. La combinazione tra il classico “Verde cedro” della Austin ed il cofano nero era abbastanza popolare al tempo, tanto da renderla molto riconoscibile al telespettatore britannico tipo. Anche in questo caso la MINI fa una brutta fine. Nel corso dell’episodio “Mister Bean ritorna a scuola”, viene parcheggia al posto di una identica che sarebbe stata parte di una dimostrazione della potenza del carro armato impiegato dall’esercito britannico al tempo, il "Chieftain". La MINI viene quindi schiacciata completamente, lasciando all triste Mr. Bean solo il suo famoso lucchetto. Visto che ormai era diventata popolare quanto lo stesso personaggio, quando si trattò di fornire a Mister Bean un altra auto, fu scelta una vettura identica, con lo stesso numero di targa, può sembrare strano, ma in Inghilterra la targa si può far stampare ovunque, basta avere il foglio della motorizzazione britannica... Una delle scene più famose della serie, quella che vede Mister Bean guidare l’auto da una poltrona legata al tetto, è stata ricreata più volte, prima nel 2009 al festival di Goodwood per celebrare i 50 anni della MINI e poi nel 2015 per i 25 anni della serie. In quel caso fu girato anche un video per YouTube: si trattava in effetti di una MINI Rover del 1989 modificata per farla assomigliare ad una del 1977 con una serie di modifiche per permettere ad uno stuntman di guidare l’auto nascosto dietro il sedile del conducente, e di vedere la strada tramite uno schermo. Infatti se vi ricordate in quell'episodio della serie, la MINI all'interno era piena di pacchi e oggetti comprati insieme alla sedia e permettevano di nascondere lo stuntman dietro
    1 punto
  21. Il Rover MINI Trophy è stato un campionato italiano dedicato alle MINI Classiche, è stato l'antenato del MINI Challenge. Il primo trofeo è stato disputato nel 1994. Partecipavano le MINI classiche in versione Cooper 1.3i opportunamente modificate. Avevano all'incirca 87cv, pesavano 640kg e raggiungevano una velocità massima di 180 km/h Un preparatore famoso in questo ambito era "Classic Auto". I circuiti in cui correvano erano per esempio: Adria, Misano, Vallelunga, Varano, Magione...
    1 punto
  22. Sapevate che sono trascorsi 21 anni dall'ultima volta che la MINI classica ha concluso un evento WRC? Neil Burgess e Jim Holder hanno portato "Mildred" alla vittoria di classe nell'ultima apparizione della MINI nel WRC al Rally del Galles in Gran Bretagna nel 2003. “Secondo il regolamento della FIA, l'evento del 2003 è stata l'ultima volta in cui la versione classica della MINI, divenuta famosa grazie alle vittorie a Monte Carlo e in Gran Bretagna, ha potuto competere sulla scena mondiale su una pista del Galles. Consapevole delle condizioni notoriamente difficili, la squadra è partita con un solo obiettivo: finire. Aiutata dalle condizioni insolitamente asciutte, Mildred si è rapidamente affermata come la preferita dei fan ed è stata acclamata ovunque andasse! Ma il finale da favola si è quasi infranto due volte. Innanzitutto quando la cinghia dell'alternatore si è staccata nel buio pesto della fase 14, hanno dovuto optare per una riparazione sul posto, togliendo la cinghia della pompa dell'acqua e avvolgendola attorno alla ventola del radiatore. Nonostante abbia impiegato quasi 40 minuti per risolvere il problema e aver dovuto guidare solo con gli anabbaglianti, sono riusciti a concludere la tappa. Successivamente Mildred è stata riparata dall'equipaggio della CBM e da un afflusso di aiutanti provenienti che dai meccanici ufficiali Ford/M-Sport. Poi, nella prima tappa dell'ultimo giorno, la ruota posteriore sinistra si è stortata, rendendo Mildred incredibilmente difficile da guidare, una situazione non aiutata da una foratura più avanti nella tappa. Ma, ancora una volta, l'equipaggio della CBM, guidato dal team manager Anna McColl e dal guru delle chiavi inglesi Simon Maxted, è stato all'altezza della situazione e ha riparato Mildred in tempo. Due tappe dopo, Mildred è arrivata al traguardo a Margam Park al 39° posto assoluto e vincitrice della classe A5. Grazie alla sua immensa popolarità, le è stato concesso un giro d'onore sull'erba davanti alle file di fan, cosa che solo il vincitore dell'evento e nuovo campione del mondo Petter Solberg poteva fare, il tutto sulle note del classico del 1969 "Self-Preservation Society" di The Italian Job.
    1 punto
  23. Il Sound Kit JCW R50 è stato rilasciato tra il 2005 e il 2006, il suo obiettivo era esclusivamente quello di migliorare l'esperienza del conducente aumentando il suono dell'auto. Il kit audio JCW includeva: Copertura decorativa JCW per la parte superiore degli iniettori Un sistema di scarico cat-back JCW con terminalino JCW decorativo ECU rimappata (che portava la Cooper dai 116cv originali a circa 118cv, 2cv in piu circa) Airbox sostitutivo collegato al parafiamma per migliorare il rumore dell'aspirazione in cabina. Badge esterno decorativo Certificato di autenticità Ci sono tuttavia alcuni punti chiave da osservare per determinare se l'auto monta un vero kit John Cooper Works o se solo una replica estetica. La prima cosa è il certificato John Cooper Works, si tratta di un foglio di carta A4 o A5 che è stato dato al proprietario con il VIN dell'auto, con scritto il seriale del kit e generalmente risposto insieme al libretto di circolazione della MINI. Badge JCW sul coperchio del portellone posteriore (potrebbero averli rimossi) e il terminalino di scarico, dovrebbe avere inciso JCW al suo interno. Il prossimo punto da guardare è la targa JCW sul coperchio bilancieri, su questa deve essere stampigliato un numero D (ad esempio D520 o D20 ecc.) L'ultimo controllo per garantire che si tratti effettivamente di un kit originale, è rimuovere in sicurezza l'ECU e verificare la presenza di un adesivo di aggiornamento della programmazione John Cooper Works e assicurarsi che il VIN sull'ECU corrisponda a quello dell'auto. (L'adesivo di aggiornamento della programmazione indicherà anche quale rivenditore ha installato il kit e anche la data in cui è stato installato.)
    1 punto
  24. La MINI Thirty è stata un' edizione speciale prodotta nel 1989, per celebrare i trenta anni di produzione della MINI. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 998cc da 41 cv Colorazione disponibili: Cherry Red o nero Tappezzeria pelle/stoffa con piping rosso Kit decalcomanie esterne "Thirty" Pneumatici da 12 pollici con cerchi in lega Volante a 3 razze bi colore rosso e nero Radio con mangiacassette
    1 punto
  25. Le MINI Mayfair e Special sono state due edizioni limitate della MINI classica prodotte tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 998cc da 41 cv Colorazione rossa (perlescent cherry red), blue (caribbean blue), nera e arancio (flame red) Tappezzeria in velluto grigio Kit decalcomanie esterne mayfair o Special (sotto i vetri laterali posteriori) e pinstripe Pneumatici da 12 pollici con copri cerchi Volante a 3 razze
    1 punto
  26. La MINI Turbo ERA è una MINI modificata prodotta da Engineering Research & Application Ltd. con il marchio ERA dal 1989 al 1991 a Dunstable in Inghilterra. È la versione ufficiale più veloce di sempre della MINI originale venduta tramite concessionari ufficiali, è stata descritta come "il successore spirituale della Cooper e della 1275 GT" Per creare questo modello è stato installato un motore turbo Austin Rover A-Series 1300 MG Metro, che produce 94 CV 6200 giri/min e ha dato all'auto una velocità massima dichiarata di 115 MPH (185 km/h), inoltre sono stati modificati la carrozzeria, le sospensioni, i freni, i sistemi di raffreddamento ad acqua e olio e gli interni. Il body kit è stato disegnato da Dennis Adams, che ha anche progettato le auto sportive Marcos e la Probe 16. È stata commercializzata tramite concessionari Austin Rover. L'interno ha dei sedili anteriori MG Metro modificati e rivestiti in pelle Connolly o con un mix di tweed grigio e pelle, strumenti VDO in un cruscotto progettato apposta per la ERA, moquette in pile e tetto apribile. Per incrementare la convergenza delle ruote anteriori sono stati installati dei bracci delle sospensioni anteriori inferiori appositamente realizzati che forniscono 1,5 gradi di campanatura negativa. I cerchi in lega di alluminio da 6" x 13" sono pensati per pneumatici a basso profilo Goodyear o Dunlop 165/60HR13. L'impianto frenante servoassistito ha dischi ventilati Metro e pinze a quattro pistoncini all'anteriore, con tamburi modificati al posteriore. L'auto ha ammortizzatori regolabili e l'altezza da terra è abbassata rispetto alla MINI tradizionale. Sono state prodotte un totale di 436 MINI Turbo ERA.
    1 punto
  27. La MINI Bluestar è stata un edizione limitata della MINI classica prodotta nel 1996. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 1275cc da 63 cv Colorazione speciale Blue Bodykit Sport pack Tappezzeria nera, sedili sportivi in pelle nera con piping bianco Kit decalcomanie esterne Bluestar Pneumatici da 13 pollici con cerchi in lega Volante a 3 razze Inserti in radica per l'abitacolo, volante in legno
    1 punto
  28. La MINI Kensington è stata un edizione limitata della MINI classica prodotta nel 1991. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 1275cc da 53 cv I colori disponibili erano verde rosso e nero Tappezzeria in pelle color beige Badge modello sul retro e pinstripe colore oro sulla fiancata Pneumatici da 12 pollici con cerchi in lega Volante a 3 razze bi colore Radio con mangiacassette Tetto apribile elettricamente in tela
    1 punto
  29. La MINI Park Lane è stata un edizione limitata della MINI classica prodotta nel 1987. Era possibile acquistarla solo di colore nero. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 998cc da 41 cv Colorazione speciale nera Tappezzeria bicolore nero e beige in tessuto con scritte modello sui sedili kit decalcomanie esterne color oro Pneumatici da 12 pollici con copri cerchi volante a 3 razze
    1 punto
  30. Le MINI Check Mate Flame Red & Racing Green sono state un'edizione limitata della MINI classica, prodotte nel 1989. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 998 da 41 cv Colorazione speciale Nera, British racing green o Flame red con tetto bianco Tappezzeria nera, con motivo multicolore sui sedili kit decalcomanie esterne con pin striping sulle fiancate Pneumatici da 12 pollici con copri cerchi
    1 punto
  31. La MINI Cabriolet è stata l'unica versione cabriolet della MINI classica Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 1275cc da 63 cv Le colorazioni disponibili erano Blue Caribbean e Nightfire Red Tappezzeria grigia, con sedili contenitivi in velluto grigio Cerchi da 12 pollici modello "Revolution" Bodykit simile a quello della MINI Turbo Era Volante a 3 razze Cruscotto e pomello del cambio in radica
    1 punto
  32. La MINI Maguire Spaceframe è una MINI da corsa, che si basa sul telaio tubolare fabbricato da Maguire in UK, e ne esistono vari esemplari, tra cui una versione derivata dalla MINI Clubman... Il motore è un BMC serie A da 1399 cc, la testata è quella della BMW K1200RS a 16 valvole e sviluppa circa 140-150cv. Il cambio è un dogbox, prodotto da Swiftune a 4 velocità. La carrozzeria è costituita da una con scocca interamente in fibra di vetro e componenti leggeri, il peso complessivo della MINI è di circa 460 kg. Le sospensioni anteriori e posteriori sono delle REIGER regolabili a 3 vie. I freni sono AP Racing e gli alberi di trasmissione sono Swiftune. Monta dei cerchi da 12 pollici della Force Racing con un set di pneumatici Avon super soft slick. Vengono utilizzate principalmente per cronoscalate ed eventi in cui l'agilità e l'accelerazione sono fondamentali.
    1 punto
  33. Il film "The Italian Job" è un classico del genere heist movie che mescola azione, avventura e suspence. Prodotto nel 2003, il remake di un film omonimo del 1969, è una delle pellicole più famose del regista F. Gary Gray. Il film racconta la storia di un gruppo di rapinatori guidato dal carismatico Charlie Croker (interpretato da Mark Wahlberg), che pianifica un audace colpo in pieno centro a Venezia. Dopo una mirabolante fuga a bordo di MINI Cooper, il team si riunisce negli Stati Uniti per cercare vendetta e recuperare il bottino rubato. Una delle caratteristiche più iconiche e riconoscibili del film è l'uso delle MINI Cooper come veicoli principali durante le scene di inseguimento. Le auto, piccole e maneggevoli, si rivelano la scelta perfetta per attraversare le strade strette e tortuose di Venezia, sfuggendo alle autorità e ai rivali. L'azione spettacolare e gli inseguimenti mozzafiato sono incredibili da vedere e tengono lo spettatore incollato allo schermo. Le abilità di guida acrobatica e la capacità di manovrare le MINI Cooper attraverso situazioni di pericolo imminente conferiscono al film un'energia unica. Oltre all'action movie, "The Italian Job" è anche un film che affronta temi come l'amicizia, la fiducia e il desiderio di vendetta. I personaggi, interpretati da un cast di attori talentuosi come Charlize Theron, Edward Norton e Jason Statham, sono ben caratterizzati e creano delle dinamiche interessanti. La sceneggiatura è ben strutturata, con una storia che si sviluppa in modo coerente e un ritmo incalzante che tiene lo spettatore sulle spine fino alla fine. Le location, da Venezia a Los Angeles, offrono uno sfondo suggestivo e amplificano l'atmosfera di tensione. Le MINI presenti all'interno del film sono 4 (anche se nella realtà ne sono state utilizzate molte di piu, pensate che avevano anche una carrozzeria aperta 24h/24h per aggiustare le MINI reduci dei vari stunt, e che gli attori prima di incominciare le riprese hanno dovuto frequentare un corso di guida sportiva). MINI Cooper S R53, rossa, tetto bianco e bonnet stripes bianche, fanalini rally, bodykit jcw, cerchi cross spoke 17" MINI Cooper R50, blue, tetto bianco e bonnet stripes bianche, fanalini rally, bodykit jcw, cerchi cross spoke 17" MINI Cooper R50, bianca, tetto nero e bonnet stripes nere, fanalini rally, bodykit jcw, cerchi cross spoke 17" MINI MK7 rossa, tetto bianco e bonnet stripes bianche, 4 fanalini rally, cerchi da 13" "The Italian Job" è un film che ha ottenuto un grande successo al botteghino grazie alla sua miscela di azione, intrigo e caratterizzazione dei personaggi. Se sei appassionato di film d'azione e ti piacciono le automobili, questo è un film che non puoi perdere. Le MINI Cooper, con la loro versatilità e agilità, hanno da allora conquistato un posto speciale nel cuore degli appassionati di automobili, diventando un'icona della moda e del design italiano. In conclusione, "The Italian Job" è un film che intrattiene e appassiona lo spettatore grazie al suo mix di azione, avventura e umorismo. Le MINI Cooper, protagoniste indiscusse del film, hanno reso la pellicola ancora più memorabile. Quindi, se non l'hai ancora visto, abbandona ogni dubbio e preparati a un'esperienza ricca di adrenalina e divertimento.
    1 punto
  34. Ho acquistato da circa un mese la mia rima MINI Cooper S(R53), con 129.000 KM, e la sinta emotiva, mi ha portato a ritrovare nel mio archivio, il DVD, per rivedere con gioia il Film "Itaian Job", che tanto mi ha ispirato nel rendere questa MINI.
    1 punto
  35. Negli anni '60, una piccola vettura britannica ha conquistato i cuori degli appassionati di automobilismo, la MINI. Con le sue dimensioni compatte e il suo design carismatico, ha cambiato per sempre il concetto di auto urbana. Tuttavia, dietro il successo di questo veicolo c'è un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'industria automobilistica: John Cooper. In questo articolo, esploreremo il genio dietro la MINI e il suo influente contributo alla sua evoluzione. John Cooper è stato un ingegnere automobilistico britannico e il fondatore della Cooper Car Company, nato nel 1923, ha seguito le orme di suo padre, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis nel 1946. Di conseguenza, John Cooper è stato introdotto al mondo delle corse fin da giovane. Nel 1959, Cooper si è interessato alla MINI, una vettura originariamente progettata per essere economica e semplice da guidare, ha riconosciuto il potenziale di questa vettura e ha deciso di trasformarla in una macchina da competizione di successo, cosi ha iniziato a modificare la MINI, apportando importanti modifiche al telaio, al motore e al sistema di sospensioni. Queste modifiche hanno resero la MINI più potente e maneggevole, trasformandola in un'auto da corsa vincente. Il risultato, la MINI Cooper, aveva un motore più potente e una migliore maneggevolezza rispetto alla versione originale. Grazie alle modifiche, la MINI ha iniziato a primeggiare nei rally di tutto il mondo. Le vittorie spettacolari conquistate dalla MINI Cooper nelle competizioni come il Rally di Monte Carlo e il Rally dell'Acropoli hanno portato il nome di John Cooper e della sua azienda al centro dell'attenzione internazionale. L'influenza di John Cooper sulla MINI continua ad essere evidente ancora oggi. Dopo il successo delle vetture da corsa, Cooper ha avviato una collaborazione con la British Motor Corporation per produrre la MINI Cooper S, una versione ancora più performante e sportiva della vettura. Questa partnership ha portato alla produzione a larga scala delle MINI Cooper, che sono diventate delle vere e proprie icone nel mondo automobilistico. Grazie al suo genio innovativo, la MINI è stata trasformata da una semplice city car in un'auto da corsa di successo. La sua abilità nel modificare il telaio, il motore e il sistema di sospensioni della vettura ha dato vita alla leggendaria MINI Cooper. Il suo contributo alla storia dell'automobile è di fondamentale importanza e l'eredità lasciata da John Cooper continua ad essere celebrata dagli appassionati di auto in tutto il mondo.
    1 punto
  36. La Innocenti MINI fu una MINI prodotta su licenza dalla Innocenti di Lambrate tra il 1965 ed il 1975. Rispetto alle versioni originali inglesi, le Innocenti (comprese le Cooper) presentavano numerose differenze: avevano interni più accessoriati e meglio rifiniti, diversi componenti esterni diversi, come il disegno delle cornici fari, della calandra e del baule posteriore, modificato per ospitare le targhe quadre italiane in uso all'epoca. Molti particolari interni ed esterni furono prodotti da marche italiane (ad esempio IPRA per i radiatori, Carello ed Altissimo per quanto riguarda i fari). Anche per ciò che riguarda la parte meccanica vennero fatte delle scelte diverse come ad esempio l'adozione del servofreno su tutti i modelli Cooper indipendentemente dalla cilindrata (mentre le inglesi montavano il servofreno solamente sulle Cooper S). Modelli e date di produzione: · Innocenti MINI Mk1 1965-1967 (MINI Cooper 997 cm³ da 55Cv introdotta nel '66) · Innocenti MINI Mk2 1967-1970 (MINI Cooper 998 cm³ da 60Cv introdotta nel '68) · Innocenti MINI Mk3 1970-1973 (MINI Cooper 1275 cm³ da 71Cv introdotta nel '72 e contemporanea uscita di produzione della Cooper 1000) · Innocenti MINI Mk3 Export 1973-1975 (MINI Cooper 1275 cm³ da 71Cv introdotta nel '73) Dalla meccanica della MINI originale venne sviluppato anche un modello totalmente separato, la Innocenti Nuova MINI, identificata dal mercato anche con le denominazioni di "MINI Bertone", "MINI 90" e "MINI DeTomaso".
    1 punto
  37. La MINI Broadspeed GT 2+2 è un auto stile fastback basata sulla MINI classica, progettata da Tony Bloor, direttore delle vendite di Broadspeed. Fu introdotta nel mercato britannico nel 1966 e continuò la produzione fino al 1968, quando fu programmata la demolizione della fabbrica Broadspeed a Birmingham per far posto a una nuova tangenziale. A quel punto erano state costruite 28 automobili, 16 delle quali sarebbero state esportate in Spagna. Broadspeed era diventata famosa all'inizio degli anni '60 per il suo successo nella squadra corse BMC MINI e per la produzione di una varietà di pacchetti di messa a punto da strada e da gara per i motori BMC. La conversione è stata ottenuta tagliando la sezione posteriore di una MINI standard e riducendo l'altezza dei montanti delle porte di circa 5,1 cm. Quindi un retro fastback in fibra di vetro è stato incollato all'auto al posto della sezione posteriore mancante, aggiungendo circa 10 cm alla sua lunghezza complessiva, e il motore è stato messo a punto. Gli interni sono stati migliorati mediante l'installazione di un cruscotto sostitutivo con indicatori ausiliari aggiuntivi e sedili avvolgenti Restall nella parte anteriore. Il nuovo sedile posteriore è stato progettato per ripiegarsi per consentire l'accesso al bagagliaio, poiché nella nuova parte posteriore non era presente il portellone. Il bagagliaio era significativamente più piccolo di quello della MINI standard a causa della presenza di due serbatoi di carburante, dando all'auto un'autonomia di 300 miglia (480 km). La Broadspeed GT è stata offerta in quattro versioni, la leggera GTS era il top di gamma. Era possibile scegliere tra tre motori: motore MINI Cooper da 848 cc (51,7 cu in), motore MINI Cooper da 998 cc (60,9 cu in) e motore MINI Cooper S da 1275 cc (77,8 cu in). I prezzi variavano da £ 799 per l'auto base con motore da 848 cc a £ 1.500 per la versione da 1275 cc, equivalenti a £ 29.700 nel 2021. Un test su strada della Broadspeed GT da 1275 cc pubblicato sulla rivista Motorsport nel 1966 riportò una velocità massima di 180 km/h (112 mph) e un consumo di carburante di 10,1 l/100 km.
    1 punto
  38. Gli anni Settanta sono stati testimoni di una delle piu grandi rivalità della storia dell'automobilismo: quella tra l'austriaco Niki Lauda e l'inglese James Hunt. Il palcoscenico principale era la Formula 1 e i due iniziarono la loro carriera agonistica con le MINI. Come si vede nel film Rush, Hunt - non essendo riuscito a ottenere dal padre i finanziamenti per le sue ambizioni automobilistiche - dovette racimolare i soldi per una vecchia MINI Mark, lavorando come muratore, autista di furgoni e portiere d'ospedale. Nel frattempo, Lauda inizio la sua carriera agonistica alla cronoscalata di Mithlbacken, il 15 aprile 1968, a bordo di una Austin Cooper, classificandosi al secondo posto assoluto. Ma l'austriaco aveva un asso nella manica molto piu subdolo: falsificare un certificato universitario. Il suo piano fu premiato quando i suoi orgogliosi genitori gli regalarono una Cooper S da 1275cc nuova di zecca. La MINI numero 158 è quella di Niki Lauda, mentre quella azzurra è quella di James Hunt.
    1 punto
  39. La MINI Equinox (equinozio) è stata un edzione limitata della MINI classica prodotta in sole 750 esemplari nel 1996. Era possibile acquistarla in 3 diversi colori, viola (amaranth perlescent), nero (Charcoal metallic), e silver (platinum silver metallic) Sono state prodotte solo 250 Rover MINI Equinox nel colore viola. Le caratteristiche principali di questo modello erano: Motore 1275cc da 53 cv Colorazione speciale nelle 3 varianti Tappezzeria a tema sole e luna, con sedili tessuto/pelle kit decalcomanie esterne Pneumatici da 12 pollici con copri cerchi stereo con cassette volante a 3 razze
    1 punto
  40. John Rhodes ovvero: il pilota che faceva “segnali di fumo” con la sua MINI Cooper S. Non per niente, il campione inglese venne soprannominato “Smokey” dai tifosi. Estremamente spettacolare, John Rhodes fu, per tutti gli anni 60, il “re delle MINI” nelle gare Turismo del BTCC. Il suo stile di guida era in effetti “calcolato”: sfruttando la leggerezza e il proverbiale “Go-kart feeling” delle piccole Cooper S, riusciva sempre, con un abile gioco di punta-tacco e “telegrafando” alla perfezione sull’acceleratore, a far derapare la vettura sulle quattro ruote (il “four-wheel drift”) in modo da inserirsi nella giusta traiettoria già all’inizio della manovra, ed uscire perfettamente “dritto” sul rettilineo. Lo stesso Rhodes amava scherzare su questa abilità, dicendo che gli portava un altro vantaggio sui concorrenti: facendo fumare le Dunlop Racing anteriori in maniera così vistosa, si veniva a creare una “nebbia” che per qualche istante disorientava i diretti avversari, e gli permetteva di guadagnare terreno.
    1 punto
  41. L'azienda KENT AUTO DEVELOPMENT (KAD) è una figura importante nel mondo delle corse automobilistiche, specializzata nello sviluppo di componenti per le MINI Cooper. Fondata da un appassionato di auto sportive, KAD ha una lunga storia di successi nel fornire soluzioni di alta qualità per coloro che cercano di migliorare le prestazioni delle loro MINI. La MINI è un'auto che ha conquistato il cuore di tanti appassionati di corse, grazie al suo design iconico e alle sue caratteristiche uniche. Tuttavia, come in tutte le vetture, ci sono sempre margini di miglioramento. Ed è qui che entra in gioco KAD, offrendo una vasta gamma di componenti di alta qualità, progettati per garantire prestazioni eccellenti e migliorare l'esperienza di guida. Una delle aree in cui KAD si è specializzata è l'ottimizzazione del sistema di alimentazione delle MINI. Offrendo collettori di aspirazione ad alte prestazioni, filtri dell'aria sportivi e sistemi di scarico migliorati, KAD è in grado di massimizzare la quantità di aria e carburante che entra nel motore. Questo si traduce in un aumento significativo della potenza e una migliore risposta dell'acceleratore, sia su strada che in pista. Oltre al sistema di alimentazione, KAD offre anche componenti per il sistema di sospensione e frenante. Sospensioni regolabili, barre antirollio, kit di freni sportivi: tutto ciò che serve per garantire una guida precisa e reattiva, anche nelle situazioni e nelle condizioni più estreme. Questi componenti sono progettati per offrire una migliore maneggevolezza, una maggiore stabilità e una maggiore capacità di frenata, consentendo ai piloti di spingere al limite le loro MINI. Ma non è tutto. KAD offre anche una gamma di componenti di alta qualità per migliorare l'estetica delle MINI. Dall'installazione di kit carrozzeria aero dinamici, a cerchioni sportivi e interni personalizzati, KAD aiuta a creare un look unico per ogni MINI, differenziandola dagli altri modelli nella sua categoria. Ciò che rende KAD così speciale è la loro dedizione alla qualità e all'innovazione. Ogni componente prodotto viene attentamente progettato e testato per garantire le massime prestazioni e la massima affidabilità. L'azienda utilizza le ultime tecnologie e collabora con i migliori esperti del settore delle corse, per offrire soluzioni all'avanguardia che soddisfino anche i piloti più esigenti. E' stata molto famosa la MINI KAD, una MINI realizzata per battere il record di MINI più veloce al mondo. In conclusione, se stai cercando di migliorare le prestazioni della tua MINI Cooper o semplicemente desideri personalizzarla, KAD è l'azienda da tenere d'occhio. Grazie alla loro vasta gamma di componenti di alta qualità e alla loro esperienza nel settore delle corse automobilistiche, sono in grado di garantire un'esperienza migliorata di guida e un'auto unica nel suo genere. Quindi, non esitare a dare un'occhiata al sito web di KAD e scoprire come possono aiutarti a ottenere il massimo dalla tua MINI.
    1 punto
  42. Oggi parliamo di una MINI super speciale, scommetto che nessuno di voi l ha mai vista prima! È una MINI costruita da MINI USA nel 2006, si basa sulla r53 La macchina si basa sulla R53 ma è stata ampiamente modificata rispetto a quella originale rimuovendo gli interni, l'aria condizionata, lo stereo e qualsiasi altra cosa che possa aggiungere peso all'auto, I pannelli della carrozzeria sono in fibra di carbonio superleggero. Tutti i finestrini tranne il parabrezza anteriore sono stati sostituiti con quelli in Lexan, è stato installato un sistema antincendio e un roll-bar di sicurezza infine un kit aerodinamico John Cooper Works completa la carrozzeria. Il motore, costruito da Fireball Tim Racing, è costituito dal monoblocco della MINI Cooper S di serie con pistoni alleggeriti e una testata John Cooper Works standard, le bielle sono di serie. La sovralimentazione avviene tramite un turbocompressore Garrett montato insieme al compressore di serie, il Kit NOS completa la parte motore. La potenza si aggira intorno ai 500cv e il peso è di 772kg. La trasmissione è una trasmissione MINI Cooper S di serie del 2005 con differenziale a slittamento limitato (LSD). I pneumatici sono di tipo slick concepiti apposta per la gare di accelerazione. Costruita sia come auto da esposizione che da corsa, la dragster dimostra che una MINI è una piattaforma fantastica per la personalizzazione sia stradale sia da corsa, inoltre ha vinto il premio "Best Engineered" allo spettacolo Hot Import Night del 2005 a Phoenix, in Arizona. Il miglior quarto di miglio finora registrato è stato di 11,26 secondi al Palmdale Raceway.
    1 punto
  43. Una MINI molto speciale, che ha portato il marchio MINI nel palmares del motorsport... Dopo soli 5 anni dall’entrata sul mercato e dopo 3 dall’ introduzione della MINI Cooper, la versione elaborata dal team F1 Cooper, la Cooper S, partecipa alla sua prima apparizione nel motorsport, il rally di Montecarlo. Al team Cooper fu affidato il compito di creare una MINI da corsa, partendo dalla Cooper, aveva un motore 1071cc di cilindrata, 2 carburatori SU gemelli e una potenza di 70cv, il tutto per un peso di 567KG. (qua sotto ci sono le specifiche complete) Motore 4 cilindri in linea Posizione Frontale trasversale Aspirazione Naturale Tipo di valvole Push-Rod OHV, 2 Valvole per cilindro Alimentazione Carburatori gemelli SU Cilindrata 1071 cc / 65.4 in³ Alesaggio 70.6 mm / 2.78 in Corsa 68.28 mm / 2.69 in Compressione 9.0:1 Potenza 52.2 Kw / 70.0 cv @ 6200 RPM Potenza/litro 65.36 cv per litro CV/peso 123.46 cv per tonnellata Coppia 84.06 nm / 62.0 ft lbs @ 4500 rpm Zona rossa 6500 Trazione Anteriore / FWD Freni anteriori Dischi Freni posteriori Tamburi Ruote anteriori F 25.4 x 8.9 cm / 10.0 x 3.5 in Ruote posteriori R 25.4 x 8.9 cm / 10.0 x 3.5 in Peso a secco 567 kg Trasmissione 4 marce manuale Rapporti 3.254:1, 1.948:1, 1.378:1, 1.0:1 Rapporto finale 3.7:1 V max 160 kmh / 99.4 mph 0 – 100 kmh ~13 secondi La missione fu affidata al famoso pilota da rally nord Irlandese Paddy Hopkirk che con il numero di gara 37 portò la MINI al successo, il vatanggio principale della MINI rispetto alle auto dei concorrenti era la leggerezza e l’agilità, cosa molto importante in un rally come quello di Montecarlo, le auto dei partecipanti erano per esempio Ds 19, Mercedes 220 Seb, insomma tutte auto molto ingombranti e pesanti. Questo rally fu il primo di tantissimi successi conquistati dalla MINI.
    1 punto
  44. La MINI Moke, è una variante scoperta basata sulla MINI classica, venne progettata da Sir Alec Issigonis ed era costruita nello stabilimento di Longbridge della British Motor Corporation, nelle vicinanze di Birmingham, tra il 1964 e il 1968. È nata a causa della una richiesta di un veicolo militare leggero, paracadutabile, simile alla Jeep della seconda guerra mondiale ,però a causa delle gomme piccole e della scarsa altezza da terra la resero poco adatta al fuoristrada, Il motore era il solito 850 cm³ della MINI tradizionale. A seguito della versione militare venne creata anche una versione civile, ma nel Regno Unito non ottenne un grande successo, nonostante una tassazione molto bassa perché considerata un veicolo commerciale, Il problema principale era il clima che non rendeva molto comodo l'utilizzo. Successivamente venne prodotta anche su licenza (vedi MINI innocenti), da altre aziende come l'italiana Cagiva. Successivamente sono state create anche delle versioni elettriche. Alcuni esemplari sono stati convertiti in auto da corsa, grazie alla meccanica della MINI e il peso super ridotto si sono rivelate delle auto molto veloci e competitive.
    1 punto
  45. La gamma MINI e la sua evoluzione. Sin dall’inizio il concetto era unico, ma la MINI non è mai stata un tipo solitario. Il 26 agosto 1959, la British Motor Company (BMC) svelò il risultato del lavoro di sviluppo di una rivoluzionaria vettura compatta. Al pubblico vennero presentati due modelli: la Morris MINI-Minor e la Austin Seven. La doppia anteprima di queste quattro posti quasi identiche era principalmente una conseguenza dell’ampia gamma di marche della BMC, ma aveva anche un valore simbolico. Interni spaziosi e dimensioni esterne ridotte, spazio per quattro occupanti, qualità di guida impeccabili, bassi consumi di benzina e un prezzo conveniente: questi erano i criteri che il creatore della MINI, l’ingegnere Alec Issigonis, aveva soddisfatto. Le idee brillanti che realizzò nel disegno della piccola berlinetta due porte erano adatte per costruire più di un solo modello e perfettamente applicabili ad diverse varianti. Così, già nel primo anno di produzione della MINI classica nacquero i modelli MINI Van e MINI Estate. Dal rilancio della marca nel 2001, con il debutto della nuova MINI, è stata confermata nuovamente la validità del principio apprezzato da più di 50 anni: un concetto convincente è applicabile in numerose varianti di modello. Sia la MINI che la MINI Clubman e la MINI Cabrio si distinguono per caratteristiche individuali, ma restano sempre e comunque delle vere MINI. Già nelle prime brochure di vendita della Morris MINI-Minor veniva sottolineato il carattere fortemente futuristico della nuova vettura compatta. Ma all’epoca nessuno avrebbe osato immaginare come si sarebbero avverate le previsioni. 60 anni dopo è chiaro: solo pochi concetti automobilistici sono sopravvissuti per periodi così lunghi o hanno conquistato un livello di popolarità così alto e, soprattutto, nessuno è stato costruito in un numero di varianti così elevato come la MINI. Questo successo è dovuto anche al fatto che la MINI soddisfava perfettamente le esigenze dell’epoca e offriva inoltre una serie di qualità innovative. Con una lunghezza totale di 3,05 metri e un prezzo di base di 496 sterline britanniche era fatta su misura per parcheggi stretti e bilanci modesti. Le sue agili qualità di guida ed il carattere affascinante delle sue proporzioni la rendevano interessante anche per automobilisti che apprezzavano sia lo scarso ingombro, sia l’agilità nei percorsi misti ricchi di curve, sia lo stile personalizzato. Anche oggi questo abbinamento di qualità molto differenti è più attuale che mai, il concetto resta giovane. L’attuale MINI si presenta moderna e contemporaneamente più affascinante di qualsiasi concorrente. Un’efficienza insuperata, il più alto valore dell’usato e una maneggevolezza unica nei centri urbani si sposano con una sportività senza pari e un design espressivo e inconfondibile. Più lunghe, più potenti, più nobili, più versatili: Con il lancio della MINI classica, Alec Issigonis aveva soddisfatto l’incarico che gli era stato affidato. La Morris MINI-Minor e la Austin Seven che si distinguevano una dall’altra solo per la griglia del radiatore, i mozzi delle ruote e i colori della carrozzeria, venivano alimentate da un motore a quattro cilindri montato trasversalmente di 848 centimetri cubi di cilindrata e con una potenza di 34 CV. Le prestazioni di guida erano identiche, analogamente al volume del bagagliaio di 195 litri. La generosa offerta di spazio, i motori economici ma potenti, l’ottima tenuta di strada e le sospensioni confortevoli della nuova vettura compatta conquistarono il pubblico. Ma Issigonis aveva in mente ancora qualcosa, e non era l’unico. Già nel 1960 la BMC offrì come variante della MINI classica, una MINI Van. Inoltre, venne lanciata una giardiniera dalle ampie superfici vetrate, basata su un furgoncino, che disponeva, analogamente alla Van, di due porte posteriori. Esattamente come le berline, anche questa variante di carrozzeria venne commercializzata con due denominazioni differenti, come Morris MINI-Traveller e Austin Seven Countryman, seppur tecnicamente identiche. Entro il 1961 emerse tutto il potenziale offerto dalla MINI classica: all’inizio dell’anno si partì con il piccolo «animale da soma», la MINI Pick-up. Sei mesi dopo seguirono due modelli più nobili: la Wolseley Hornet e la Riley Elf. Così, nacquero altre due marche del Gruppo BMC basate sul concetto della MINI classica. Entrambi i modelli si conquistarono la loro indipendenza stilistica attraverso le imponenti griglie del radiatore, un cofano del bagagliaio allungato e parafanghi a coda di rondine. Nella seconda metà dell’anno fu lanciata una variante che avrebbe fatto della MINI classica una leggenda: la MINI Cooper. Già alla presentazione dei primi prototipi il costruttore di automobili sportive John Cooper, legato ad Alec Issigonis da una stretta amicizia, aveva riconosciuto il potenziale offerto da questa piccola vettura. Con l’approvazione della direzione del Gruppo BMC sviluppò un piccola serie di 1000 Cooper dalla cilindrata incrementata a 1,0 litri ed una potenza massima di 55 CV. Questa vettura debuttò nel settembre del 1961 e le reazioni furono euforiche e portarono alla richiesta di una sola modifica: aumentare nuovamente la potenza. Issigonis e Cooper maggiorarono la cilindrata a 1071 centimetri cubi, così da ottenere una potenza massima di 70 CV. La MINI Cooper si trasformò in un fenomeno straordinario, non solo sulle strade di tutti i giorni. La vittoria di categoria del finlandese Rauno Aaltonen al Rally di Monte Carlo del 1963 costituì la base per una serie di successi agonistici senza precedenti che culminarono in tre vittorie assolute al Rally di Monte Carlo negli anni 1964, 1965 e 1967. Una straordinaria varietà: dalla MINI Moke alla MINI Clubman. Nell’agosto del 1964 la BMC presentò un’ulteriore variante della MINI classica, disegnata originariamente per uso militare: la MINI Moke, una vettura a quattro posti completamente aperta che restò nei listini per quattro anni. La sua scocca era composta praticamente da un elemento di fondo con dei longheroni larghi e squadrati, da un cofano motore e da un parabrezza. La protezione dalle intemperie era costituita da una capote pieghevole. La MINI Moke adottava i propulsori della MINI e fu un notevole successo commerciale, soprattutto nelle regioni soleggiate degli USA e in Australia. Nel 1967 la MINI classica fu oggetto di un profondo restyling: venne equipaggiata con un motore di 998 centimetri cubi di cilindrata con una potenza massima elevata a 38 CV. Due anni dopo la MINI classica venne completata dalla MINI Clubman, una variante leggermente più grande dal modulo frontale modificato. La sorella era cresciuta di 11 centimetri in lunghezza rispetto alla MINI «originale»: la versione giardiniera, definita «Estate», che sostituiva la Morris MINI-Traveller e la Austin Seven Countryman, misurava esattamente 3,4 metri. L’altezza, la larghezza e il passo restarono invariati. Contemporaneamente, la MINI Cooper uscì di produzione e venne sostituita dal nuovo modello top di gamma della serie, la Clubman, dotata di un motore di 1,3 litri da 59 CV definita MINI 1275 GT. Nel 1969 vennero modificati altri dettagli: i finestrini anteriori a scorrimento, di cui era dotata la MINI classica sin dall’inizio, vennero sostituiti in tutti i modelli da cristalli azionati da una manovella, inoltre le cerniere esterne delle porte vennero montate all’interno e un logo MINI abbellì il cofano motore. La MINI classica non tramonta mai – il ritorno della MINI Cooper. A partire dagli anni ’70 vennero offerte numerose edizioni speciali della MINI classica, con accenti molto diversi, da sportivo a moderno, da nobile e sofisticato a giovane e accattivante. Tra il 1980 e il 1983 la gamma venne ridimensionata: Clubman, Estate e Van non vennero più prodotte. Restò solo la MINI classica con un motore di un litro da 40 CV di potenza. I clienti restarono fedeli: nel 1986 venne prodotta la 5milionesima MINI classica nello stabilimento di Longbridge. Nel 1990 numerosi fan si rallegrarono del ritorno della MINI Cooper nella gamma MINI. Sotto il suo cofano pulsava un motore di 1,3 litri. La produzione del propulsore da un litro per la MINI terminò nel 1992 per via dell’entrata in vigore di norme sulle emissioni di gas di scarico sempre più severe. A partire dal 1992 tutti i modelli vennero equipaggiati con il motore di 1275 centimetri cubi. Nel 1991 venne presentata per l’ultima volta una nuova variante della MINI classica. Fu l’unica variante della MINI a non avere le proprie origini in Inghilterra, ma in Germania. Un concessionario appassionato di Baden aveva tagliato il tetto alla MINI classica, come facevano molti preparatori di vetture, trasformandola in una bella cabriolet. A differenza dei numerosi tentativi del passato, il risultato si distingueva per una qualità così elevata che il Rover Group, nel frattempo responsabile per la MINI classica, decise di acquistare i diritti di progettazione e di fabbricazione. Tra il 1993 e il 1996 il modello di serie venne venduto in circa 1000 esemplari. Nel 2000 terminò la produzione della MINI classica. Più di 5,3 milioni di unità della compatta dal successo mondiale avevano lasciato la fabbrica in numerose versioni differenti, tra le quali circa 600.000 vetture costruite tra il 1959 e il 1968 nello stabilimento di Oxford.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...