L’anello di congiunzione tra la MINI classica e la MINI moderna, è il prototipo ACV30.
E' stata svelata nel 1997 e ha aperto la strada all’evoluzione del brand in un marchio premium sotto la nuova guida del Gruppo BMW (arrivato nel 1994).
Per quanto il suo stile sia stravagante, sono evidenti i richiami al modello che da oltre 20 anni è tornato nei listini di tutto il mondo.
L’ACV30 (l’acronimo di “Anniversary Concept Vehicle 30”) viene presentata come una sorta di tributo alla vittoria di MINI nel rally di Monte Carlo del 1967. In effetti, nella progettazione, i designer Adrian Van Hooydonk e Frank Stephenson (quest’ultimo è il disegnatore della prima generazione della MINI moderna) si sono ispirati proprio ad un auto da corsa.
Il collegamento tra i due modelli si trova nelle bonnet stripes bianche che attraversano il cofano e nei faretti supplementari installati sulla griglia frontale.
Le proporzioni invece sono completamente diverse perché è più piatta e più allungata rispetto alla MINI originale.
Questo è dovuto al fatto che il concept si basa sulla MG F, una sportiva a motore centrale e trazione posteriore di grande successo in quegli anni (soprattutto nel Regno Unito).
Anche se è difficile trovare informazioni sul web, è probabile che la MINI abbia lo stesso motore 1.8L da 160 CV della MG e che, grazie al peso inferiore a una tonnellata, è in grado di offrire un’esperienza di guida da vero go-kart.
La MINI presentata nel 2001, erediterà i passaruota muscolosi, il tetto a contrasto, lo scarico centrale e gli interni col quadro strumenti circolare posizionato al centro della plancia.
Se la MINI è arrivata fino ai giorni nostri è anche merito di questa strana concept di 25 anni fa.
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